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Prof. Rossella Nappi Professore di Ostetricia e Ginecologia dell’Università degli Studi di Pavia, Ambulatorio di Endocrinologia Ginecologica e della Menopausa IRCCS Policlinico San Matteo. Membro del Consiglio Direttivo della Società Internazionale della Menopausa – www.imsociety.org
La menopausa è un periodo di cambiamento che è unico nella vita di ogni donna. L’ultima mestruazione segna il termine della vita fertile e apre una nuova stagione in cui il profondo cambiamento ormonale, soprattutto la carenza degli estrogeni prodotti dall’ovaio, può predisporre ad una serie di sintomi e di fattori di rischio capaci di interferire con la qualità del vivere e l’insorgenza di alcune patologie, quali per esempio osteoporosi, ipertensione arteriosa, diabete. Molto si può fare per trasformare un momento di fragilità biologica e psicologica in “un’occasione d’oro” per porre le basi di un invecchiamento di successo. In alcuni casi, la terapia ormonale sostitutiva (TOS) può essere davvero utile, ma è necessario confrontarsi con il ginecologo per scegliere quella più adatta al proprio profilo medico personale.
Fortunatamente molte donne attraversano la stagione della menopausa in modo sereno e soltanto il 20-25% di loro riporta sintomi severi, quali vampate di calore, sudorazioni diurne e notturne, insonnia, ansia, depressione, irritabilità, scarsa concentrazione, calo del desiderio sessuale, dolori osteoarticolari, sintomi genito-urinari, quali bruciore, secchezza vaginale, dolore nel rapporto sessuale, incontinenza, cistiti, ecc. Le irregolarità mestruali che si accompagnano alla perimenopausa possono iniziare molti anni prima (premenopausa) e coincidere con la riduzione della fertilità (circa 5-7 anni prima della menopausa), o comparire d’un tratto, subito prima dell’ultima mestruazione (menopausa), cioè in corrispondenza dell’inizio ufficiale della postmenopausa.
La menopausa precoce, prima dei 40 anni, è rilevante e nel nostro Paese interessa circa il 2-3% delle donne, accompagnandosi a sintomi spesso più severi perché prematuri nel percorso vitale della donna. Anche la menopausa chirurgica è frequente (circa il 10% delle donne), ma sempre più spesso le ovaie vengono conservate, se le condizioni cliniche della donna lo consentono, e soltanto l’utero viene rimosso (isterectomia). L’ovariectomia si associa ad un maggior rischio di osteoporosi, deterioramento cognitivo, depressione e disfunzioni sessuali e necessita di un approccio mirato.
Ogni donna ha la “sua” menopausa in dipendenza da una serie di fattori che determinano la sensibilità alla carenza degli ormoni femminili (estrogeni) e anche maschili (androgeni) da parte di tutti gli organi e apparati, dal cervello al cuore, dall’osso alla pelle, dalla vagina alla mammella. Sono proprio le donne che riportano sintomi severi quelle che possono avere conseguenze a lungo termine soprattutto sul versante cardio-vascolare (aumento del colesterolo cattivo, aumento dei trigliceridi e del rischio di diabete, ipertensione arteriosa, ecc.), perché sono le più vulnerabili alla mancanza dello scudo protettivo biologico degli ormoni della riproduzione. La TOS in questi casi ha un profilo rischio-beneficio assolutamente favorevole, a patto che venga usata davvero in senso preventivo, cioè all’età della menopausa e non quando è trascorso troppo tempo dall’epoca dell’ultima mestruazione. Lo stesso è vero per quelle donne che sono fortemente a rischio di frattura perche’ già osteopeniche/osteoporotiche al momento della menopausa, anche a causa di altri fattori di rischio (familiarità, intolleranza al lattosio, eccessiva magrezza, uso di farmaci, ecc). La TOS (estrogeni/progestinici, tibolone) è, infatti, indicata nella prevenzione dell’osteoporosi menopausale ed è particolarmente efficace nei primi 10 anni, cioè quando la perdita di massa ossea dipende fortemente anche dalla carenza degli estrogeni. La TOS dovrebbe essere iniziata nella cosiddetta finestra delle opportunità (entro circa 5 anni dalla menopausa) e può essere proseguita per il tempo necessario a migliorare i sintomi e la qualità della vita e a prevenire i maggiori rischi associati con la menopausa, soprattutto se prematura.