VACCINAZIONE HPV

Ultimi aggiornamenti sulla vaccinazione anti-HPV
Nuove raccomandazioni sulla vaccinazione anti-HPV, come importante presidio di prevenzione del carcinoma del collo dell’utero.
La vaccinazione contro il Papillomavirus umano (HPV) è efficace nel prevenire il carcinoma del collo dell’utero, il secondo tumore più diffuso nelle donne (3.500 casi/anno, in Italia). Per aumentare la protezione verso un eventuale contagio da HPV, è preferibile effettuare la vaccinazione anti-HPV prima dell’inizio dell’attività sessuale. Per tale motivo, la campagna vaccinale del Ministero della Salute propone gratuitamente la vaccinazione anti-HPV a tutte le bambine di età compresa tra gli 11 e i 12 anni.1

Principali strumenti di prevenzione
La mortalità del carcinoma del collo dell’utero si è drasticamente ridotta negli ultimi 20 anni, grazie alla diagnosi precoce realizzata attraverso i programmi di screening (Pap-test) e a una prevenzione dei fattori di rischio, che si associano all’infezione da HPV.1
Fattori di rischio riconosciuti 2

Precoce inizio dell’attività sessuale (età <16 anni)
Promiscuità sessuale propria o del partner
Numerose gravidanze a termine
Prima gravidanza in età precoce (nell’adolescenza)
Infezioni da Clamidia o Herpes simplex genitalis (per scarsa igiene sessuale)
Fumo di sigaretta
Uso prolungato di contraccettivi orali (oltre 5 anni)
Abbassamento delle difese immunitarie (sindromi immuno-depressive)

L’uso del preservativo non garantisce in assoluto la prevenzione del contagio da Hpv in quanto non impedisce completamente il contatto reciproco dell’area genitale tra i partners.
Oltre allo screening mediante Pap-test e all’invito ad uno stile di vita sessuale che non favorisca il contagio, la vaccinazione anti-HPV è pertanto lo strumento di prevenzione primaria più efficace.1
Esistono oltre 120 tipi diversi di HPV, ma il 70% di tutte le lesioni pretumorali sono attribuibili sopratutto a tipi di HPV (il 16 e il 18), in minor misura ai tipi 31, 33, 45, 52 e 58 mentre i tipi 6 e 11 sono responsabili di circa il 90% dei condilomi (o verruche genitali) (lesioni benigne). I vaccini disponibili sono quindi orientati soprattutto contro i seguenti tipi di HPV:
vaccino bivalente, contro i tipi 16 e 18;
vaccino tetravalente, contro i tipi 6, 11, 16 e 18.1
E’ in arrivo anche in Italia un vaccino enavalente, che estende la protezione ai tipi 31, 33, 45, 52 e 58.3

Situazione attuale della vaccinazione anti-HPV
In Italia la copertura vaccinale è in media attorno al 70%, con notevoli differenze tra le varie regioni. La vaccinazione dovrebbe raggiungere almeno il 90% della popolazione target per garantire il miglior risultato.
Negli USA l’aggiornamento delle linee guida ACOG (American Congress of Obstetricians and Gynecologists) ha incluso il nuovo vaccino enavalente per i bambini, maschi e femmine, di età compresa tra gli 11 e i 12 anni.3
Casi isolati di sindrome dolorosa cronica da vaccinazione anti-HPV
Un recente studio pubblicato sulla rivista Clinical Rheumatology, ha riportato casi di sindrome dolorosa regionale complessa (dolore cronico neuropatico, affaticabilità e alterazioni del sistema nervoso autonomo) connessi alla somministrazione di vaccinazione anti-HPV. Attraverso uno specifico questionario sono state raccolte informazioni dettagliate su 45 persone che hanno sviluppato tale sindrome dopo la vaccinazione anti-HPV. Il 29% dei casi ha avuto disturbi entro 24 ore dalla vaccinazione. I sintomi più frequenti sono stati dolore muscolo-scheletrico, affaticamento, cefalea, vertigini e parestesie. Tutti i casi finora pubblicati sono tuttavia segnalazioni senza gruppo di controllo, per tale motivo è impossibile trarre considerazioni conclusive su eventuali nessi di causalità.4
Casi di infezione da HPV anche in assenza di attività sessuale
Come già detto, l’HPV può essere trasmesso anche per semplice contatto nell’area genitale. Un recente studio pubblicato sulla rivista Journal of Pediatric and Adolescent Gynecology, ha infatti riportato una casistica di contagio anche in bambine in età prepuberale e adolescenti non sessualmente attive. Lo studio ha coinvolto 95 ragazze, di cui 38 adolescenti sessualmente attive, con età media di 16 anni, e 28 ragazze non sessualmente attive, con età media di 13 anni, e 29 bambine prepuberi che avevano in media 8 anni. La presenza di HPV genitale è stata riscontrata nel 52,6% delle adolescenti sessualmente attive (nel 40% dei casi con HPV ad alto rischio), nel 25% delle inattive e nel 34,5% delle bambine prepuberi. L’attività sessuale si associa ad un aumentato rischio di infezione da HPV genitale, che risulta più che triplicato, mentre viene raddoppiato da una storia familiare positiva. Sono richiesti studi più approfonditi sulla possibile trasmissione non sessuale di HPV.

Perché bisogna vaccinarsi contro l’HPV?
E’ ormai accertato che il carcinoma del collo dell’utero è quasi sempre di origine infettiva e, più precisamente, è causato dal Papillomavirus umano (HPV). Ciò consente di adottare contro questa malattia una vera prevenzione primaria, ad oggi impossibile per la quasi totalità delle altre forme di tumore per le quali è possibile solo la diagnosi precoce. Mediante la vaccinazione anti-HPV viene interrotta all’origine la catena di eventi che dall’infezione porta al tumore.
L’infezione da HPV provoca sempre il tumore?

No. In natura esistono oltre 120 tipi diversi di HPV, ma solo alcuni di essi producono lesioni sul collo dell’utero che possono evolvere in tumore, altri provocano solo lesioni benigne (per esempio i condilomi). La maggior parte delle lesioni è inoltre temporanea e regredisce spontaneamente. Solo una minoranza di tali lesioni tende a cronicizzarsi e può trasformarsi, nell’arco di 7-15 anni, in una lesione tumorale, quindi non esiste un automatismo “infezione da HPV/tumore”.

Quali vaccini sono oggi disponibili?
Sono attualmente disponibili due tipi di vaccino: il vaccino bivalente, che protegge contro i ceppi di HPV 16 e 18, responsabili di circa il 70% di tutte le lesioni a rischio e tumorali, e il vaccino quadrivalente che offre una protezione anche contro i ceppi 6 e 11 (responsabili di circa 90% dei condilomi). Tra qualche mese sarà disponibile anche in Italia un vaccino enavalente (ossia su 9 ceppi), già disponibile negli USA, che estende la protezione ai ceppi 31, 33, 45, 52 e 58, anch’essi responsabili di una ulteriore quota di lesioni a rischio cancro ano-genitale. In tal modo la difesa nei confronti del cancro del collo dell’utero e dell’area ano genitale diventa ancor più estesa.

Chi deve vaccinarsi?
Il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione anti-HPV per tutte le bambine nel 12° anno di età. In questa fascia di età è offerta gratuitamente. Alcune Regioni offrono però la vaccinazione anti-HPV gratuita anche per fasce più ampie della popolazione (fino a 18 anni di età). Per maggiori informazioni ci si può rivolgere alla propria ASL o al proprio medico di famiglia, al pediatra o al ginecologo di fiducia ovvero al Consultorio Familiare della propria zona.
I ragazzi non hanno la possibilità di usufruire della gratuità, ma possono vaccinarsi ugualmente (tra i 16 e i 26 anni), anzi, è utile per interrompere la circolazione del virus e per prevenire alcune patologie benigne e maligne causate dal virus. Alcune regioni hanno però iniziato a vaccinare anche i maschietti.

Perché è importante vaccinarsi in età così precoce?
La vaccinazione anti-HPV è molto più efficace se effettuata prima dell’inizio dell’attività sessuale, inoltre, la risposta immunitaria al vaccino è maggiore nella fascia di età più giovanile. Per quanto riguarda la sensibilizzazione della popolazione, gli studi dimostrano che le informazioni dei ginecologi e degli ostetrici – così come di altri professionisti in ambito sanitario – fornite alle bambine e ai loro genitori sui benefici e sulla sicurezza del metodo sono cruciali nell’accettazione della vaccinazione anti-HPV.

Dove ci si può vaccinare?
I vaccini sono somministrati gratuitamente dalla ASL di appartenenza su richiesta dei genitori. Alcune Regioni prevedono l’invito attivo delle ragazze, che vengono contattate, in genere, tramite lettera dalla propria ASL.

Come si somministra il vaccino?
La somministrazione del vaccino avviene per via intramuscolare (sul braccio). Per le bambine, nel corso del 12° anno di vita, si segue lo schema a 2 dosi. Sia il vaccino bivalente (contro i ceppi 16 e 18 di HPV) sia il vaccino quadrivalente (contro i ceppi 6, 11, 16 e 18 di HPV) sono somministrati a 0 e 6 mesi dalla prima vaccinazione. Il vaccino quadrivalente nei soggetti di età maggiore rispetto a quella d’elezione viene somministrato anche secondo uno schema a 3 dosi a 0, 2, 6 mesi: la seconda dose ad almeno 1 mese dalla prima dose e la terza dose almeno 3 mesi dopo la seconda dose; le tre dosi devono essere somministrate entro un periodo di 1 anno.

Ci si può vaccinare anche dopo i 12 anni?
Sì, anche se si è fuori dalla fascia di età in cui la vaccinazione anti-HPV è gratuita, è possibile acquistare il vaccino in farmacia, con la prescrizione del proprio medico. È tuttavia opportuno ricordare che il vaccino è meno efficace nelle donne che hanno già contratto l’infezione da HPV. In generale si consiglia di sottoporsi alla vaccinazione anti-HPV entro il compimento del 26° anno d’età, considerando che l’infezione è molto frequente nelle persone con una vita sessuale attiva.

Se si è vaccinati si può fare a meno del Pap-test?
No. Il vaccino protegge non protegge completamente da tutti i tipi di HPV, responsabili del carcinoma del collo dell’utero. La vaccinazione anti-HPV non sostituisce pertanto lo screening ottenuto con il Pap-test. Questo esame rimane fortemente raccomandato per le donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni anche se in alcune regioni italiane si sta utilizzando per lo screening il test per l’Hpv al posto del pap test.

Cosa ne pensa della segnalazione di effetti collaterali da vaccinazione?
Chi effettua la vaccinazione anti-HPV avrà cura di avvertire la ragazza (o la donna) di attendersi qualche modesto fastidio dopo l’iniezione nel braccio, ma che ciò non è motivo di preoccupazione. Riferendomi in particolare allo studio di Martínez-Lavín et al., pubblicato sulla rivista Clinical Rheumatology, come precisato dallo stesso autore, tutti i casi finora pubblicati sono segnalazioni senza gruppo di controllo, cosa che rende impossibile trarre conclusioni su eventuali nessi di causalità. Inoltre, dagli studi clinici controllati svolti su decine di migliaia di persone prima della commercializzazione del vaccino e da quelli post-marketing su milioni di individui, non sono mai emerse sindromi dolorose atipiche o disfunzioni nervose. Si tratta quindi di casi singoli che vanno approfonditi, ma che nulla tolgono all’importanza e alla validità della vaccinazione anti-HPV.

E cosa ne pensa dei casi di trasmissione non sessuale?
Lo studio di Michos A et al. (J Pediatr Adolesc Gynecol 2015), ha confermato l’esperienza di contagi da HPV alternativi al rapporto sessuale. Sappiamo infatti che è sufficiente il contatto diretto (e ripetuto) nell’area genitale. Per i casi riportati nello studio, di contagi in bambine in età prepuberale e adolescenti non sessualmente attive, oltre al triste sospetto che le bambine possano essere state vittime di abusi sessuali, possono essere ipotizzati altri percorsi di infezione, tra cui la trasmissione perinatale nonché l’auto- e l’etero-inoculazione per contatto. Sappiamo per altro che l’HPV può essere rilevato in neonati e bambini anche nei tessuti orali e tonsillari, sulla cute e nel lavaggio bronco-alveolare o anogenitale, oltre che nei tessuti cervicali o vaginali. Sulla base di questi risultati si potrebbero anche rivalutare gli attuali protocolli di vaccinazione anti-HPV.

Altre raccomandazioni per la prevenzione?
Oltre alla vaccinazione anti-HPV, per prevenire il rischio di carcinoma del collo dell’utero, e al Pap Test, che consente di intervenire precocemente su eventuali lesioni precancerose e all’Hpv test dietro opportuna prescrizione o nello screening, è fondamentale porre attenzione ai fattori di rischio riconosciuti. Per esempio, è importante raccomandare di non iniziare troppo precocemente l’attività sessuale (per la maggior delicatezza dei tessuti dell’area genitale) e di evitare la promiscuità sessuale propria o del partner. Sono inoltre raccomandati un’adeguata igiene intima e l’astensione dal fumo di sigaretta (abbassa le difese immunitarie). Per quanto riguarda l’utilizzo prolungato dei contraccettivi orali (per più di 5 anni), è sempre opportuno chiedere consiglio al proprio ginecologo.

Fonti

Ministero della Salute. La vaccinazione in Italia è consigliata e offerta gratuitamente alle ragazze entro il 12° anno di età.
Humanitas Cancer Center. Tumore della cervice uterina.
Committee Opinion No. 641: Human Papillomavirus Vaccination. Obstet Gynecol 2015 Jun 29. [Epub ahead of print]
Clin Martínez-Lavín M, Martínez-Martínez LA, Reyes-Loyola P. HPV vaccination syndrome. A questionnaire-based study. Rheumatol 2015 Sep 10. [Epub ahead of print]
Michos A, Karakitsos P, Kottaridi C, et al. Genital HPV in children and adolescents: does sexual activity make a difference? J Pediatr Adolesc Gynecol 2015 Sep 2. pii: S1083-3188(15)00311-3. doi: 10.1016/j.jpag.2015.08.010. [Epub ahead of print]