
Gli esseri umani già si riproducono con difficoltà rispetto ad altre specie, ma negli ultimi anni, perlomeno per le società del benessere, il problema è aumentato.
Inquinamento, stress, ritmi di vita errati, abitudini alimentari ed altro, sembrano rendere sempre più difficile la riproduzione in Europa e in America.
Ad aggravare la questione ci si mette l'età avanzata in cui le donne decidono di riprodursi. La fertilità massima in una donna infatti si raggiunge fra i 18 e i 25 anni, poi comincia una lenta decrescita, che accelera dopo i 35 anni, e che porta, dopo i 40, all'infertilità circa l'80% delle donne.
Questo a tutti i climi, a tutte le latitudini e in ogni tempo.
Morale, se aiutassimo le donne più giovani, con il lavoro e con la casa, ad avere figli, il problema sarebbe molto molto ridotto.
Restano comunque le coppie giovani che hanno problemi lo stesso, e le coppie più grandi, che il problema non lo possono eliminare senza una cura.
Attenzione a quanto spendete, ricordate che per le coppie più grandi l'assistenza sanitaria pubblica non c'è, e quindi bisogna andare per forza a pagamento, attenzione in generale a non perdere tempo, se siete grandi, meglio un centro specializzato, che tratta migliaia di casi all'anno, possibilmente pubblico (meglio) o accreditato e garantito dalla vostra Regione.Sterilità. Basta il nome a generare angoscia. E poco importa che il medico dica che ci sono strade percorribili che porteranno al successo, strade a portata di mano e che quel figlio a tutti i costi può in molti casi diventare una realtà.
Sterilità maschile, femminile e di coppia
È sterile quella coppia che dopo diciotto mesi di rapporti sessuali regolari e non protetti non è riuscita a concepire. Una definizione che, pur corretta nelle linee generali, non tiene tuttavia conto di diversi aspetti.
Iniziamo dall'età: le donne raggiungono il massimo picco della fertilità tra i 20 e i 24 anni, hanno un primo declino verso i 30 e un vertiginoso picco in basso superati i 40 anni.
Una ragazza di 20 anni, con rapporti sessuali regolari, ha circa il 30% di probabilità per ciclo di avere una gravidanza, il 25% quando arriva a 30 anni, il 20% cinque anni dopo e il 10% a 40 anni.
Questo significa che, se una coppia giovane dopo un anno non è riuscita a concepire, può, con serenità, prendere ancora qualche mese di tempo dato che l'orologio dell'età gioca ancora a suo favore.
La prospettiva è diversa per una coppia avanti con gli anni: le si "concedono" almeno 18 mesi di tentativi dato che il numero delle probabilità di concepire per ciclo mestruale è davvero molto più basso ma una volta superato il periodo di "prova" non deve perdere tempo e consultare tempestivamente uno specialista.
C'è poi l'aspetto, non secondario, del numero dei rapporti sessuali. Senza arrivare a considerarli un "dovere", è bene ricordare che ai fini del concepimento l'ideale è avere tre rapporti alla settimana: un solo rapporto riduce le possibilità del 50%, più di tre non le aumentano.
Ci sono poi le coppie ipofertili, quelle che, pur non essendo sterili, hanno notevoli difficoltà a concepire. Anche in questo caso è bene valutare l'aspetto anagrafico.
Ed infine, le coppie affette da sterilità secondaria e cioè insorta in un secondo momento dopo una gravidanza portata avanti con successo.
La Sterilità primaria: Dai primi sospetti alle prime visite Sovente, e i medici che si trovano a gestire problemi di sterilità lo sanno, la coppia entra "in crisi" molto prima del limite oltre il quale è lecito preoccuparsi.
Quando andare dal medico? Una coppia entro i 36 anni può tranquillamente aspettare i 18 mesi di tentativi prima di consultare uno specialista; invece se la donna ha superato i 36 anni è meglio mettersi in allarme prima per evitare che sia l'età stessa a porre un freno ulteriore al concepimento. La prima tappa è, nella maggioranza dei casi, quella del ginecologo.Sterilità, Dieci, cento, centomila. Ad una coppia che non ha figli non è di conforto sapere che nel mondo combatte con lo stesso problema un esercito di persone. Una coppia, solitamente, si sente sola e unica.
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Ma al di là di tutto è comunque vero che sono molti, moltissimi, gli uomini e le donne per i quali il concepimento di un figlio è motivo di preoccupazione.
Va ricordato che la specie umana è poco fertile e ciò è dovuto al fatto che l'ovulazione avviene indipendentemente dal rapporto sessuale.
Negli animali, ove vi sia una diretta connessione temporale tra i due eventi, ogni rapporto ha la probabilità di dare inizio ad una gravidanza nel 98-99% dei casi: nella donna invece il "rischio" di essere fecondata è solo del 20-30% se il rapporto avviene nel periodo fecondo di un ciclo ovulatorio.
In base a questa premessa biologica è evidente che occorre concedere un certo periodo di "prova" (2 anni circa di rapporti non protetti), prima di potere definire una coppia substerile o sterile.
Non avendo a disposizione alcun registro nazionale di sterilità, in Italia è possibile effettuare solo stime approssimative del fenomeno. La sterilità, intesa come assenza di concepimenti dopo 24 mesi di rapporti volutamente fecondanti, interessa il 20,6% della popolazione.
Di conseguenza ogni anno, se si considera un tasso di matrimoni pari allo 0,5%, ci si aspettano da 50.000 a 70.000 coppie senza figli. Di queste il 42% (circa 21-29.000) richiede una consulenza specialistica che consente di diagnosticare una causa rilevante di sterilità in un quarto circa dei casi.
Infatti, nel 78,6% dei casi la coppia non è sterile ma "ipofertile" o "subfertile" e cioè ha difficoltà a concepire ma non le è preclusa la possibilità di essere genitori. Nel restante 21,4% la coppia, invece, è sterile per cause imputabili all'uomo nel 5,9% dei casi o alla donna nel 15,9%.
In altri termini: in Italia su cento coppie che cercano di avere un figlio, da quindici a venti sono sterili. Una valutazione che nasce soprattutto dall'esperienza dei ginecologi.
Dalla stessa esperienza si evince che, sempre in Italia, la sterilità maschile incide nel 35% dei casi, la sterilità ormonale femminile nel 30% dei casi, solitamente di facile risoluzione.
La sterilità femminile da cause "meccaniche" - principalmente tubariche - pur avendo una minore incidenza (15%) richiede un approccio terapeutico più complesso che, nella maggior parte dei casi, necessita di tecniche di fecondazione assistita.
In un 5% dei casi responsabile della sterilità è la cndometriosi; in un 5% dei casi la sterilità è riconducibile ad un problema di "coppia", men tre nel 10% circa l'assenza di una causa evidenziabile con le comuni indagini inquadra il caso come "sterilità inspiegata" od "idiopatica".